Le distorsioni cognitive che gonfiano ogni problema (e come riconoscerle al volo)

Le distorsioni cognitive che gonfiano ogni problema (e come riconoscerle al volo)

Scritto da Matteo Ricci il · 6 mins read Foto: Landiva Weber

Le distorsioni cognitive che gonfiano ogni problema (e come riconoscerle al volo)

Quando la mente fa regia: cosa sono le distorsioni cognitive

La scena: notifica sul telefono. Tre parole: “Poi ti chiamo.” E già senti l’ansia che sale come se qualcuno avesse appena letto il tuo estratto conto pubblico su un maxi-schermo in piazza.

Quello che accade non è “ansia caratteriale”. È regia. La mente prende uno stimolo minimo e lo infila in un copione drammatico già pronto.

Le distorsioni cognitive sono questo: trucchi narrativi automatici che la mente usa per riempire il vuoto tra quello che sappiamo e quello che temiamo. Non sono difetti personali, e non sono segni che “pensi male”. Sono scorciatoie evolutive che oggi, nell’era delle notifiche, fanno più danni che servizi.

Ed è qui che entra la R di Ridimensiona del Metodo I.R.O.N.I.A.: non per giudicarti, ma per riconoscere il trucco. Dire: “Ok, questo non è un fatto. È una storia.” Già metà del dramma evapora così.


Catastrofizzazione, lettura del pensiero & co.: il cast fisso del tuo dramma mentale

Le distorsioni cognitive non sono infinite. Sono un piccolo gruppo di attori, sempre gli stessi, che si alternano come in una sitcom eterna. Eccoli, con esempi reali da vita quotidiana.

1. Catastrofizzazione: “È finita.”

Stimolo: mail del capo con oggetto “Parliamo”. Trama mentale: licenziamento, fallimento, cambio identità e fuga in Portogallo.

In realtà può voler dire qualsiasi cosa, incluse banalità come: “Serve un file.” La catastrofizzazione è l’arte di trasformare un forse in un disastro certo.

2. Lettura del pensiero: “Lo so cosa pensa.”

Stimolo: un messaggio visualizzato ma senza risposta. Trama mentale: “Mi odia”, “Ho sbagliato tutto”, “È deluso”.

Peccato che l’altra persona magari stia semplicemente… lavorando. La lettura del pensiero crea drammi su dati immaginari.

3. Filtro negativo: “Tutto va male.”

Stimolo: 9 feedback positivi e 1 commento critico. Trama mentale: Quel commento divora tutto il resto.

Il filtro negativo è come quegli occhiali da sole economici che scuriscono l’intero panorama anche quando c’è luce piena.

4. Generalizzazione estrema: “È sempre così.”

Stimolo: un errore in una presentazione. Trama mentale: “Sbaglio tutto”, “Non imparo mai”, “Non sono portato”.

Una singola goccia trasformata in diluvio universale.

5. Doverizzazioni: “Dovrei essere diverso.”

Stimolo: senti ansia per una decisione. Trama mentale: “Dovrei essere più sicuro”, “Dovrei reagire meglio”.

Le doverizzazioni sono la colonna sonora del senso di inadeguatezza.

6. Personalizzazione: “È colpa mia.”

Stimolo: una persona è silenziosa. Trama mentale: “Ha qualcosa contro di me”, “Sono io il problema”.

La personalizzazione ti mette al centro anche quando non c’entri niente.


Come riconoscerle in tempo reale (senza diventare un robot analitico)

Non serve fare psicologia avanzata. Bastano tre segnali.

1. Indicatori linguistici

Quando nella testa compaiono parole come:

  • sempre
  • mai
  • tutti
  • nessuno
  • sicuro che

… sei quasi sicuramente dentro una distorsione.

2. Urgenza emotiva improvvisa

Il corpo parte come se ci fosse un incendio, ma in realtà c’è solo una notifica innocua. Quella sproporzione è già un indizio.

3. Micro-domande da 3 secondi

Chiediti:

  • Cosa so al 100%?
  • Sto descrivendo un fatto o un film mentale?
  • Se dovessi riportare questa scena a un investigatore, cosa direi?

Se la risposta è piena di interpretazioni… distorsione in corso.


Dal dramma al documentario: tradurre la distorsione in linguaggio neutro

Il punto non è zittire la mente. È tradurre.

Prendi la frase distorta e riscrivila come se stessi registrando un documentario sulla tua vita.

Esempio 1 — Chat ignorata

Prima: «Non mi risponde, mi sta evitando. Sicuro è arrabbiato.»

Dopo (versione documentario): «La persona X non ha ancora risposto al messaggio. Il motivo non è noto.»

Esempio 2 — Errore al lavoro

Prima: «Ho sbagliato una cosa, farò una figuraccia.»

Dopo: «C’è un errore nel file. Può essere corretto.»

Esempio 3 — Messaggio vago

Prima: «Mi ha scritto “poi ti dico”: sicuramente c’è un problema.»

Dopo: «Il contenuto del messaggio non è chiaro. Non ci sono indicazioni di urgenza.»

Questo passaggio è lo stesso che trovi nella R di Ridimensiona: fatti → trama → ridimensionamento. Una volta vedi la trama, il film non regge più.


E allora? Un esercizio da 5 minuti per smontare la tua distorsione preferita

Prendi un foglio o una nota sul telefono. Per una settimana, fai questo micro-schema:

  1. Situazione Cosa è successo davvero? (Solo fatti.)

  2. Pensiero distorto Qual è il film mentale partito in automatico?

  3. Riscrittura ridimensionata La versione documentaristica della stessa scena.

Ripeti ogni giorno con una sola distorsione ricorrente. Alla fine della settimana, rileggi tutto: vedrai pattern che prima non vedevi. E qui collega il lavoro al cornerstone sulla R:

➡️ Ridimensiona il dramma mentale prima che diventi un disastro


Se vuoi continuare il percorso: