Costellazioni familiari opinioni: esperienze reali e rischi

Costellazioni familiari opinioni: esperienze reali e rischi

Scritto da Matteo Ricci il · 7 mins read Foto: pixabay

L’atmosfera è sempre quella: luci basse, cerchio di sedie, sconosciuti che si passano lo sguardo. C’è chi fissa le mani, chi il tappeto. Arriva il conduttore, un tono da sacerdote laico. “Chi vuole constellare?”. Una mano timida si alza. E parte il casting: “Tu sarai il padre, tu la nonna, tu il segreto di famiglia”. È un psicodramma, un reality, una seduta spiritica? Le opinioni sulle costellazioni familiari sono un campo minato. Qui, niente guru talk: solo esperienze vere, pareri clinici e un po’ di sano sarcasmo.

Un po’ di storia: le origini di un business (molto redditizio)

Le costellazioni familiari non le ha inventate un team di psicologi con decenni di studi clinici. Le ha lanciate Bert Hellinger, ex missionario, che ha mescolato rituali zulu, psicologia sistemica e un fiuto per il business da far invidia a uno startupper di Silicon Valley.

Il risultato? Una pratica che sembra X-Factor per traumi irrisolti: suggestiva, emotiva, perfetta per l’era dei bisogni di authenticity. Ma con una base scientifica pari a quella degli oroscopi su Facebook.

Il cuore del metodo: debiti ereditari e “campo morfico”

La teoria è affascinante: i nonni fanno una cazzata, e i nipoti ci vanno di mezzo. Un nonno violento? Tu avrai relazioni tossiche. Una bisnonna depressa? Ecco la tua ansia. È un karma familiare, un pacco Amazon doloroso che viaggia per generazioni.

Per rendere tutto più credibile, Hellinger parla di campo morfico – una rete energetica che collega la famiglia. Una roba da Stranger Things, dove il “Sottosopra” sono i tuoi traumi ereditati. Poetico? Sì. Scientifico? Neanche per idea.

Perché piacciono? Il potere (ingannevole) della catarsi

Ecco il punto che divide le opinioni sulle costellazioni familiari: funzionano? Sì, ma non come pensi.

Funzionano come un rito catartico. Piangi, urli, abbracci un estraneo che per dieci minuti fa le veci di tua madre. È liberatorio. È un show emotivo dove per due ore sei il protagonista del tuo dramma.

Ma non è terapia. Non cura un bel niente. Ti dà solo l’illusione di aver risolto tutto, come un analcolico che per una sera ti fa sentire ubriaco.

Opinioni reali: cosa dicono veramente le persone

Se cerchi opinioni sulle costellazioni familiari, trovi due schieramenti opposti.

C’è chi ne è entusiasta: “Finalmente ho capito tutto”, “Mi sono liberata di un peso”, “Ho perdonato mio padre”. Sono le recensioni che trovi sui siti dei costellatori. Esperienze potentissime, autentiche, ma che mischiano emozione con efficacia reale.

E c’è chi si sente preso in giro: “Mi hanno detto che mio figlio autistico pagava per un mio antenato assassino”, “Spesi 300 euro per piangere abbracciata a un avvocato che faceva mia nonna”, “Il conduttore cercava di convincermi a tornare con mio marito violento”.

La verità sta nel mezzo: per alcuni è uno sfogo utile. Per altri, un’esperienza costosa e potenzialmente dannosa. Quasi nessuno, però, ne esce guarito.

Il lato oscuro: business della vulnerabilità

Il problema vero non è il rito in sé. È il business che ci fanno sopra.

Corsi da 500 euro per diventare “costellatori” in un weekend. Seminaristi che fiutano la fragilità come squali. Promesse di guarigione totale da traumi profondi. È qui che le opinioni sulle costellazioni familiari si fanno dure: perché giocare con la salute mentale della gente non è uno spettacolo, è pericoloso.

Un’esperienza personale: emozione sì, cambiamento no

La prima volta che ho partecipato, ero scettico ma curioso. Uscito, ero stranamente commosso. Avevo alle spalle un coro di “grazie” e abbracci. Per ore ho creduto di aver risolto un nodo antico.

Poi, il giorno dopo, la vita era esattamente identica. Il vero lavoro è ricominciato da lì: confini, terapia vera, scelte quotidiane. La costellazione era stato solo un bel sogno. E i sogni, si sa, non cambiano la realtà.

Alternative serie (senza rituali e senza incensi)

Se la tua famiglia è tossica, servono strumenti veri, non metafore teatrali. Ecco cosa funziona davvero:

  • Confini chiari, non energie cosmiche: “Questo è tuo, non mio” funziona meglio di qualsiasi rito.
  • Terapia vera: con psicologi veri, laureati, iscritti all’albo. Quelli che non ti fanno recitare.
  • Rete di supporto reale: amici, gruppi, community dove non si paga per parlare.
  • Micro-ribellioni: smettere di mediare, dire di no, uscire dai copioni.

Leggi anche: Come ho smesso di inseguire il tempo – perché liberarsi dai legami tossici è anche una questione di tempo rubato.

FAQ: Le domande più cercate (con risposte senza magia)

Le costellazioni familiari sono una terapia? No. Non sono riconosciute dalla comunità scientifica come terapia. Sono uno psicodramma, un rituale di gruppo. La differenza è come tra un massaggio rilassante e una chirurgia spinale.

Cosa pensano gli psicologi delle costellazioni familiari? La maggior parte è critica. Le considerano potenzialmente dannose perché giocano con traumi reali senza gli strumenti per gestirli. Qualcuno le usa come integrazione, ma mai come unico strumento.

Funzionano davvero? Funzionano nel dare un’emozione forte e un sollievo temporaneo. Non funzionano nel risolvere traumi complessi o dinamiche familiari radicate.

Quali sono i rischi? Il rischio più grosso è affidarsi a conduttori improvvisati che possono suggestionare, manipolare o rafforzare convinzioni negative. In mano a uno serio, il rischio è solo di spendere soldi per un’esperienza che non lascia nulla di concreto.

Ci sono alternative valide? Terapia familiare sistemica, terapia cognitivo-comportamentale (TCC), Internal Family Systems (IFS). Roba con nomi noiosi e prove scientifiche noiose. Funziona.

Un esercizio pratico (che non richiede attori)

Prendi un foglio. Due colonne.

  • A sinistra: “Cose della mia famiglia che mi fanno stare bene”.
  • A destra: “Cose della mia famiglia che voglio lasciarmi alle spalle”.

Brucia la seconda colonna. Metaforicamente. O literalmente, se ti piace il dramma. Ma poi, per ognuna di quelle cose, fai una micro-azione concreta. Un “no”. Un “basta”. Un silenzio. Questo sì che è magia.

Conclusione: il teatro è bello, la terapia è un’altra cosa

Le costellazioni familiari sono come un film avvincente: ti prendono, ti emozionano, ti fanno credere che tutto sia possibile. Poi esci dal cinema e ritorni nella tua vita.

Possono essere un’esperienza potente? Sì. Possono sostituire un percorso terapeutico? Assolutamente no.

La prossima volta che senti il bisogno di constellare, chiediti: ho bisogno di un palcoscenico o di un piano concreto? Per il primo, vai pure. Per il secondo, iscriviti alla newsletter MessyMind: niente mantra, solo confini che ti liberano tempo.