Costellazioni familiari: tra catarsi teatrale e illusione terapeutica
Un po’ di storia: chi ha inventato le costellazioni familiari
Le costellazioni familiari nascono negli anni ’80 grazie a Bert Hellinger, ex missionario cattolico tedesco che, dopo anni in Sudafrica a contatto con comunità zulu, iniziò a mescolare rituali tribali, psicologia sistemica e improvvisazione teatrale.
Il risultato? Una pratica a metà strada tra terapia di gruppo, rito spirituale e X-Factor versione familiare. Affascinante da vedere, certo, ma senza basi scientifiche solide.
Il cuore del metodo: colpe ereditate e “campo morfico”
Secondo Hellinger, quando qualcuno non si assume la responsabilità di una colpa grave, il conto resta aperto. A pagarne il prezzo sarebbero i discendenti: problemi di salute, difficoltà economiche, relazioni instabili. È l’idea che un nonno violento o disonesto lasci in eredità non solo il servizio di piatti della nonna, ma anche un debito invisibile che i nipoti tentano di saldare.
Un padre che abbandona i figli? I nipoti crescono con la paura dell’abbandono. Una madre che ha subito un trauma mai elaborato? Ansia e depressione che si ripresentano due generazioni dopo.
Una visione che ricorda il karma: se non risolvi il problema, la “pratica” torna indietro come un pacco Amazon mai consegnato.
Per dare un vestito teorico a tutto questo, Hellinger parla di campo morfico: una rete invisibile che collegherebbe la famiglia e custodirebbe segreti, traumi e colpe. Una sorta di Stranger Things psicologico, dove entri nel “Sottosopra” delle tue dinamiche familiari. Suggestivo, sì, ma molto più vicino alla Forza di Star Wars che a una terapia riconosciuta.
Perché piacciono: il lato catartico
Le costellazioni funzionano come un rituale catartico: piangi, ti emozioni, scarichi tensioni, guardi la tua storia da un punto di vista diverso. È liberatorio, quasi come una messa laica.
Il punto è che non guariscono nulla. Non sciolgono traumi, non riscrivono dinamiche familiari tossiche. Ti offrono solo uno spazio protetto per sentirti meno solo. E questo, a volte, basta: molte persone hanno bisogno solo di essere ascoltate, senza diagnosi né incensi.
Ma c’è anche il rovescio della medaglia: affidarsi al 100% alle costellazioni può diventare rischioso, soprattutto se nelle mani sbagliate. Negli ultimi anni molti hanno fiutato il business facile: corsi lampo per diventare “costellatori”, weekend da centinaia di euro, promesse di guarigione totale.
Il confine tra rito liberatorio e fuffa venduta a caro prezzo è sottile.
Un’esperienza personale: tra emozione e vulnerabilità
La prima volta che ho partecipato a una costellazione l’atmosfera era intensa: ero emozionato, quasi travolto. Mi ha fatto bene, certo. A volte basta potersi sfogare davanti a degli sconosciuti senza sentirsi giudicati.
Ma non è la cura definitiva. Quando ti rivolgi a qualcuno per una costellazione, consegni implicitamente la tua ferita più fragile. Sei vulnerabile, lasci cadere indizi che una persona poco etica potrebbe usare per manipolarti.
Se il conduttore è serio, l’esperienza può liberarti. Se invece trovi un “guru” improvvisato, rischi di finire in un copione peggiore di quello da cui volevi uscire.
Perché non bastano: il lato fuffa
Il problema è quando le costellazioni vengono spacciate come cura dei traumi o scienza sistemica. Non lo sono. Restano uno psicodramma ben orchestrato, guidato da chi sa reggere il palco. Nulla di male se lo sai, molto male se ci credi come fosse psicoterapia.
Alternative pratiche per famiglie tossiche
Se la tua famiglia sembra un episodio infinito di Beautiful, ti servono strumenti veri:
- Confini chiari: “questo è tuo, non mio”.
- Terapia sistemica o individuale: con psicologi, non costellatori.
- Rete di supporto reale: amici, gruppi, comunità che non recitano copioni.
- Micro-ribellioni quotidiane: smettere di mediare sempre, uscire dai drammi ereditati.
Leggi anche Come ho smesso di inseguire il tempo
Un esercizio semplice
Prendi un foglio e dividi due colonne:
- A sinistra: “Cose che eredito dalla mia famiglia e che mi fanno bene”.
- A destra: “Cose che eredito e che non voglio più portare avanti”.
La seconda colonna non ha bisogno di antenati evocati: ha bisogno di decisioni quotidiane, anche minuscole, che spezzano i copioni tossici.
Se odi meditare a gambe incrociate come un monaco a cui fa male la schiena prova questo: articolo
Conclusione: catarsi sì, terapia no
Le costellazioni familiari hanno un pregio: ti fanno sfogare, ti regalano prospettive nuove. Ma restano un rito catartico, non una terapia. La differenza sta nel non confondere un’esperienza emozionale con un percorso clinico.
FAQ rapide
Le costellazioni familiari sono una terapia?
No. Sono uno psicodramma, non una terapia riconosciuta dalla psicologia clinica.
Possono aiutare con i traumi?
Possono dare uno sfogo emotivo, ma per affrontare i traumi servono professionisti della salute mentale.
Chi ha inventato le costellazioni familiari?
Il metodo è stato sviluppato da Bert Hellinger negli anni ’80, mescolando psicologia sistemica, rituali e teorie non validate scientificamente.
Cos’è il campo morfico?
Un concetto introdotto da Hellinger per spiegare come i membri di una famiglia restino connessi da energie invisibili. Suggestivo, ma privo di basi scientifiche.
Perché oggi se ne parla tanto?
Perché molti hanno fiutato il business: corsi express, weekend a pagamento e promesse di guarigione totale. Una macchina che sfrutta fragilità vere per vendere soluzioni facili.
Risorse pratiche
(Senza incensi, promesse esoteriche o guru in saldo):
- Lebow, Couple and Family Therapy…: la bussola per districarti tra modelli terapeutici—senza perdersi.
- Schwartz, Internal Family Systems…: la tua mente come un esercito interiore: ascoltarli tutti, capirli e farli cooperare.
- Kirschner, Comprehensive Family Therapy…: la multidisciplina come antidoto alle ricette magiche.
- Napier & Whitaker: storie vere, drammi reali, niente incensi.
E per chi preferisce audiogiustizia emotiva:
- AAMFT Podcast – pillole di terapia seria spiegata dai professionisti.
- Family Therapy, The Podcast – la famiglia raccontata, senza filtri.
- The Psychology Podcast – psicologia raccontata come una storia e con riguardo.
- Therapy for Black Girls – comunità, chiarezza e caldo senso pratico.
- The Arc of Love (Esther Perel) – relazioni, amore e tradimento svelati con l’ironia della terapeuta che non fa sconti.
👉 Spero di averti messo in guardia da un mondo che all’apparenza sembra bellissimo ma potrebbe nascondere piu insidie di quello che pensi. E se nel casto ti ha smontato qualche cliché, condividi l’articolo o iscriviti alla newsletter MessyMind: niente incensi, solo sarcasmo e strumenti pratici.