Lavoro e Autenticità: Come Sopravvivere all’Ufficio Senza Perdere l’Anima (e la Sanità Mentale)
In breve — cosa trovi qui: 7 mosse pratiche per essere te stesso al lavoro senza sembrare “contro”, frasi assertive pronte all’uso, micro-pratiche da 5 minuti e un metodo gentile per gestire i colleghi difficili. Niente dogmi: solo piccoli cambiamenti sostenibili.
Cos’è l’autenticità sul lavoro (e perché conta davvero)
Essere autentici in azienda non significa dire tutto a tutti, sempre. Significa allineare comportamenti, valori e limiti in modo chiaro e collaborativo. Risultato? Meno frizioni, decisioni più pulite e rischio di burnout più basso. L’autenticità è un muscolo: si allena con micro-passi, non con dichiarazioni epiche in plenaria.
Perché fingiamo tutti di adorare le riunioni?
Ok, ammettiamolo: se stai leggendo questo articolo mentre sorseggi il terzo caffè della mattina cercando di non pensare alla riunione delle 11, probabilmente il tuo rapporto col lavoro assomiglia più a un cattivo match su Tinder che a una storia d’amore.
E no, non inizierò con la solita tirata su “segui la tua passione!” (spoiler: se l’avessi fatto, a quest’ora starei allevando alpaca in Perù invece che a scrivere tra una call e l’altra).
La verità? Per anni ho creduto che bastasse un buono sconto su Headspace e un poster motivazionale con le montagne per trasformare il lavoro in una via di illuminazione. Poi mi sono accorto che la mia “essenza autentica” durante gli sprint lavorativi assomigliava più a Gollum che a un saggio taoista.
Ecco cosa ho imparato: lavorare felici non significa diventare monaci zen che codificano HTML (anche se, ammetto, la tonaca avrebbe il suo perché). Si tratta di smetterla di fingere di essere la versione LinkedIn di te stesso.
Essere se stessi al lavoro: cosa significa davvero
Ricordo il giorno in cui ho realizzato che la mia “maschera professionale” aveva più strati di una cipolla. Meeting dopo meeting, mi ritrovavo a recitare la parte del collaboratore entusiasta, mentre dentro sognavo di lanciare post-it come shuriken.
Essere autentici sul lavoro è come andare al primo appuntamento senza filtri Instagram: spaventoso, ma liberatorio. Provate a sostituire “sono d’accordo con la tua proposta” con “questa idea mi ricorda quando mio nipote ha colorato il gatto con gli acrilici”. Vedrete scintille.
Quando ho iniziato a sostituire i soliti “action item” nelle email con metafore tratte dal Tao Te Ching (“Il progetto è come un fiume: seguiamo la corrente ma evitiamo le cascate”), qualcuno ha pensato fossi posseduto. Altri hanno sorriso. Tutti mi hanno ricordato.
Felicità al lavoro: cosa è (e cosa non è)
Se pensate che la felicità lavorativa sia un open space con il calcetto balilla, vi invito a osservare i colleghi che ci giocano: sembrano orsi polari in un centro commerciale.
Il Wu wei taoista applicato al lavoro moderno? È quella strana alchimia che succede quando smetti di combattere contro la tua natura. Tipo quando ho scoperto che scrivere report aziendali in forma di haiku non solo era accettato, ma migliorava la retention dei lettori del 40%.
Micro-pratiche di mindfulness in ufficio (5 minuti)
Meditazione per impazienti: 5 minuti al giorno davanti al distributore automatico. Osserva le tue reazioni:
Desideri le patatine? = Attaccamento materiale Ti irriti perché è vuoto? = Resistenza al Dharma Offri il tuo snack a un collega? = Sei già un bodhisattva
Colleghi difficili: esercizio pratico (con ironia)
La Kabbalah insegna che ogni persona riflette una scintilla divina. Con Sandra, provate questo esercizio:
Visualizzatela come vostra maestra spirituale in una vita passata. Immaginatevi cosa vi deve insegnare (pazienza? Umiltà? Tecniche di respiro per non strangolarla?). Offritele mentalmente un mandarino. Funziona.
Vocazione e allineamento: come trovarli senza guru
Per anni ho cercato la mia “missione divina” come se fosse l’ultimo pezzo di puzzle. Poi ho capito: il Dharma non è un traguardo, è il modo in cui cammini.
Il mio momento “eureka”? Quando ho trasformato una noiosissima analisi dati in una storia fantasy (i KPI diventarono draghi, le metriche pozioni magiche). Il capo mi guardò come se avessi il cervello fuso. Ma due settimane dopo, il cliente ci ringraziò per “l’approccio visionario”.
Come essere autentici al lavoro in 7 micro mosse pratiche
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Chiarisci 3 valori non negoziabili
Esempio: "onestà, tempo di deep work, rispetto dei limiti". Scrivili e condividili con te stesso/a.
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Scegli due frasi assertive pronte
- "In questo momento sono su [priorità]. Possiamo rivederlo domani alle 11?" - "Senza [risorsa X] rischio un lavoro mediocre. Preferisci qualità o velocità?"
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Imposta confini gentili
Blocchi di deep work (2×/settimana), notifica al team e motivo legato al beneficio collettivo.
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Micro-pratica 4-4-6
Inspira 4, trattieni 4, espira 6. Due volte al giorno, 3 minuti.
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Gestire colleghi difficili
Metodo sandwich (riconoscimento del problema → richiesta chiara al capo → beneficio per il team).
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Giornale di bordo settimanale
Tre righe (cosa ha funzionato / cosa no / micro-esperimento).
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One-to-one con il manager
Tre esempi di impatto sulla tua produttività + una richiesta specifica (non generica).
FAQ
- Come essere se stessi al lavoro senza sembrare «contro»?
- Rendi espliciti valori e limiti, proponi alternative concrete e temporalizza le richieste (es. «domani alle 11»). Autenticità = chiarezza + collaborazione.
- Quali frasi usare per dire «no» con professionalità?
- Al momento sono su [priorità]. Possiamo rivederlo domani alle 11? Per farlo bene mi serve [risorsa/tempo]. Possiamo rinegoziare la scadenza?
- Documenta gli episodi, imposta confini scritti, indirizza la conversazione sul lavoro da fare e coinvolgi HR se necessario. Procedi a micro-passi, evita scontri frontali.
- Quando NON conviene spingere sull’autenticità?
- In contesti a bassa sicurezza psicologica: procedi per gradi, costruisci alleanze, mostra valore misurabile e allarga il raggio gradualmente.
- Equilibrio vita–lavoro: 3 azioni in 7 giorni?
- Disattiva le notifiche fuori orario. Pianifica 2 slot di deep work. Introduci un rituale di decompressione di 10 minuti post-lavoro.
Conclusione
Essere autentici sul lavoro non renderà magicamente sopportabili le riunioni infinite. Ma forse, tra una slide e l’altra, scopriremo che sotto la cravatta stretta batte ancora quel bambino che voleva fare l’astronauta/ballerino/paleontologo.
La prossima volta che Excel ti crasha, prova questo mantra: “Om mani padme hum… o forse era Ctrl+Z?”.
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E soprattutto grazie per essere arrivato fin qui.
Matteo Ricci